domenica 13 novembre 2005

Pensieri e Libertà



Articolo 21
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria [cfr. art 111.c.1] nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili.
In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell'autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all'autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s'intende revocato e privo d'ogni effetto.
La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica.
Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni.


Questo è uno stralcio della Costituzione della Repubblica Italiana, vecchia di quasi 50 anni, ma molto chiara in materia. La cosa interessante, a mio modo di vedere, è che per evitare di andar contro la costituzione sembra che in Italia ci sia un processo di censura a monte: certo, esprimiti, dì quello che vuoi, ma fallo a spese tue nella tua piccola nicchia, dove solo chi ha voglia di cercare, di informarsi, di non credere solo a quello che ci propinano come novello dogma. Le persone che hanno espresso ed esprimono liberamente il loro pensiero credo lo sappiano bene. Siamo arrivati al punto che invitare ad uno spettacolo televisivo i "sovversivi" (è chiaro a chi mi riferisco, vero?) sia diventato un segnale di estremo coraggio.... o una manovra di mercato. Nel nome dell'Audience, Sabrina Guzzanti ha potuto sfruttare 10 minuti di monologo durante l'ultima puntata di Rockpolitik. Pochi minuti dopo Bruno Vespa, nell'anteprima di Porta a Porta, cerca di fare una battuta in risposta alla satira su di lui, che suonava più o meno così: "Dopo questa parentesi di libertà di Rockpolitik tornerò io, con questo giornalismo scadente e asservito al potere". Una battuta umoristica? Per me è verità. La Guzzanti presentava una scenetta con Valeria Marini, ospite di Vespa, che parlava di Politica.... fantascienza? Drammaticamente no. Sembra che presentare la politica come un varietà, in termini di audience, valga di più che parlare di fatti. Questo succedeva giovedì sera.
Da un paio di giorni sto cercando in rete e nei programmi TV a diffusione nazionale qualcuno che parli dell'inchiesta su Fallujah. Rai3 l'ha mandata in chiaro ad un orario ridicolo, alle 5:30 e alle 7 del mattino, poi più nulla. Nessun accenno nei maggiori TG, nessuno che tirasse fuori la questione... Prodi ha fatto un'interrogazione parlamentare a riguardo venerdì, ma le maggiori testate riportano solo quel che lui ha detto riguardo alla questione "Case per tutti". Quello che non va in TV non è mai successo... è così che funziona in Italia...
Seguendo la Costituzione si è deciso che sì, chiunque può pubblicare quello che vuole e dire quello che vuole, ma per estirpare questo cancro di gente libera e pensante si è semplicemente scelto di togliere i mezzi per parlare. Non esiste legge per questo e ancora una volta vince il potere.

4 commenti:

Dalamar ha detto...

Ne ha parlato stasera Fazio con la Sgrena, sempre su rai tre.

Clo' ha detto...

Mh ottimo, finalmente una buona notizia :)

Anonimo ha detto...

Intanto complimenti per i post che mi trovano sostanzialmente d'accordo.

Sulla situazione dell'informazione ci terrei ad aggiungere che da quando Berlusconi è sceso in politica nel 1994 abbiamo assistito a una bipolarizzazione dei mass-media perfettamente parallela a quella degli schieramenti parlamentari, che ha contribuito a rendere sterile, litigioso e scadente il dibattito politico. Per dieci anni Berlusconi e De Benedetti ci hanno costretti a indossare la casacca azzurra o quella rossa, si sono spartiti TV e giornali forzando molto i toni o in un senso o nell'altro, quand'invece la verità sui fatti della politica, della società, dell'economia, non sono mai univoci, ci sono i pro e i contro, le sfumature e le verità nascoste, che i cittadini avrebbero il diritto di conoscere. Due aspetti in particolare rendono arduo il compito di un cittadino che volesse informarsi guardando un Telegiornale o un talk-show politico:

1) La ricerca esasperata dell'audience che coinvolge in modo differenziato i programmi d'informazione a seconda del tipo di telespettatore affezionato a quella rete: per cui ad esempio un TG è più seguito se parla di politica poco e con gli slogan di Berlusconi (TG1-TG2-TG5), se non ne parla (Italia1), se c'è solo Silvio (TG4), se va contro il Presidente del Consiglio (LA7) e la sua ultima legge finanziaria (TG3). Il tutto a scapito dell'imparzialità e della verità.

2) La strenua volontà dei politici di nascondere la loro potente mediocrità e la loro preoccupante incapacità dietro un vano chiacchiericcio a cui ci si deve abituare per forza.

E' da anni, Claudia, che discutiamo di queste cose, ma oggi più che da Berlusconi (che peste lo colga, visto che con la legge proporzionale ce lo ritroviamo al prox governo insieme a Prodi (vedi Germania Spd-Cdu)) sono deluso in generale da questi signori, o se non vogliamo far nomi, dal sistema che per proteggere i loro privilegi e la loro autoreferenzialità, si sono creati su misura. Mi spiego.

Ho cominciato a vedere nella mancata risoluzione del conflitto d'interessi da parte dell'Ulivo quando governò, non tanto una imperdonabile leggerezza, quanto la volontà del centrosinistra di accordarsi con il centrodestra per il duopolio televisivo, accontentandosi pure di un periodo di vacche magre (solo La7 e Rai3) durante questa legislatura, ma prevedendo il sorpasso alle prossime elezioni.
Certo le cose sarebbero filate lisce come previsto se Berlusconi non avesse avuto la boutade dell'ultim'ora del proporzionale; quindi alla fine lasciargli le sue TV è stata l'ennesima leggerezza, ma soprattutto un atto che secondo me la dice lunga sul profilo del centrosinistra. Voglio dire: è tutta una finta della sinistra prendersela tanto con il suo potere mediatico, denunciare i suoi crimini contro la democrazia e la libertà, che sono, intendiamoci, reali e gravissimi. La sinistra ha lasciato soli i suoi profeti a logorarsi il fegato contro il Berlusconismo, ha lasciato che li epurassero senza avere il coraggio di mobilitare il paese: intanto il loro culo stava sempre sulle poltrone di Porta a Porta. Se si è fatto qualche girotondo per Biagi e la Rai non lo ha organizzato un partito della sinistra ma lo hanno fatto persone con un briciolo di senso civico. E di queste persone la sinistra ha paura perché sa di non potersi sottrarre al loro implacabile giudizio una volta salita di nuovo al governo.
Ricordo la strigliata di Nanni Moretti alla classe dirigente dell'Ulivo, uscito sconfitto nel 2001 alle politiche: "Con questa classe dirigente non si va da nessuna parte!". Ebbene quella classe dirigente non è cambiata: ci sono tutti, uguali a com'erano nel 2001. Stavolta vinceranno le elezioni perché "ci siamo vaccinati contro Berlusconi", ma continueremo a non andare da nessuna parte.

Michele (Bipian)

Clo' ha detto...

Che dire Miky, son d'accordo con te :)
Specie riguardo alla mediocrità dei politici, all'incapacità di trovare una linea di pensiero da seguire... Pare che tutti cerchino di stare dalla parte dell'audience... E' triste davvero, ho sempre di più l'impressione che il mio voto democratico vada buttato comunque: destra o sinistra, allo stato attuale, cambia davvero poco...