giovedì 17 novembre 2005

Crescere o invecchiare?

Leggendo due graditissimi commenti ai pensieri degli ultimi giorni, ho fatto un vero e proprio tuffo nel passato... Sono tornata più o meno a 8 anni fa, ai sabati sera passati tra alcool e filosofia, alle interminabili discussioni su ideologie, politica, religione... E' una domanda che mi sono fatta molto spesso: cos'è cambiato da allora? L'università dovrebbe aprire la mente... e invece? Siamo passati tutti dall'astratto al concreto, dalle discussioni sul senso dell'esistenza ai timori per la propria situazione economica e lavorativa. Qualcuno definirebbe questo passaggio "crescita" e senza dubbio lo è, ma io non posso fare a meno di pensare che questa "maturazione" ci abbia portato via qualcosa...
Per quanto mi riguarda, forse ho perso l'infinita fiducia che riversavo nell'uomo, nella sua possibilità di cambiare le cose soltanto con la buona volontà. Mi sento forse disillusa nei confronti della vita, non riesco a guardare al futuro con la speranza e l'entusiasmo di un tempo. Ma perdere l'entusiasmo, smettere di credere di poter cambiare le cose, non significa forse invecchiare?
Vorrei poter tornare a quei discorsi, ai periodi in cui ancora tutto sembrava possibile e realizzabile. Mi sento vecchia dentro. Vecchie "legère", la pensate così anche voi?

7 commenti:

Chiara ha detto...

Credo che la vera crescita o il vero invecchiamento siano solo nella nostra testa.
E' vero che il quotidiano ci porta a fossilizzarci su routine, a perdere di vista i "massimi sistemi" su cui era tanto bello discutere...
Hanno ancora senso? si puo' cambiare qualcosa o il mondo e' diventato troppo "concreto" per credere?
I punti di vista cambiano con l'eta', ma penso che l'importante sia non abbandonare mai la speranza di poter migliorare se stessi e cio' che ci circonda..

Anonimo ha detto...

Credo che essere "piccoli" significhi non rendersi conto di APPARTENERE al sistema. Credo che parlare del mondo, filosofeggiare favolando di cose di cui non si ha la minima idea, sia sinonimo di "immaginazione", e non di mera "apertura mentale" (che per filosofeggiare favolando serve comunque!). Come i bambini piccoli giocano a fare la mamma e il papà, nei loro giochi puerili, così l'adolescente "gioca" a vivere, creandosi delle aspettative e non sentendo il peso del futuro gravargli come un fardello.
Credo che, una volta arrivati alla maturità, non si abbia più la capacità di "immaginare" la vita semplicemente perchè la si comincia a vivere, la vita, e non si ha più nessuna aspettativa. La speranza viene rimpiazzata, con il senso critico, da un realismo che oserei definire nietzschiano: angosce, consapevolezza, non ci permettono di creare aspettative fasulle per il nostro futuro, sapendo già, con amarezza, come vanno le cose della vita.
D'altra parte la si può vedere anche come una questione di punti di vista. Parafrasando non mi ricordo quale filosofo greco, si può pensare all'adolescente come un individuo che si trova su una collina con un bellissimo panorama. Esso vede, da quel piedistallo meraviglioso, un mondo meraviglioso: le luci delle città, i fermenti delle passioni, le filosofie di vari popoli. Esso è in preda a tutta questa meraviglia, si immagina un mondo perfetto e bellissimo, fatto apposta per lui. Estasiato ed entusiasta decide di scendere. Ma mentre affronta la discesa, esso comincia ad accorgersi di quanto sia ripida e scoscesa, di quanto il mondo lì sotto non fosse solo luci di città ma anche traffico, rumore, esso si perde nei più brutti e beceri anfratti cittadini, e dopo pochi giorni esso riesce addirittura a dimenticare la bellissima vista di quella collina, dello stupore che esso provava di fronte ai tramonti, ed invecchiando si ricorderà solamente di quel fazzoletto di terra su cui amava sedersi per ammirare il panorama, magari scordandosi addirittura tutto ciò che sulla collina solitamente lo abbracciava, come gli arbusti o gli animali.
Credo che invecchiare significhi proprio scendere dal piedistallo e scontrarsi con la realtà. E' normale stare male e preoccuparsi, ma si deve essere fieri di se stessi perchè si è capaci di affrontare la vita.
Troppi giovani (e non solo) oggigiorno non sanno cosa significhi lottare nella vita, buttando via la propria esistenza in vizi che nascondono la voglia del suicidio.
Credo che chi riesce ad affrontare la propria vita, con più o meno serenità, sia una persona forte, una persona che non deve sentirsi da meno di nessuno.

Termino il mio post dicendoti che è davvero un bel... uhm.. posso definirlo BLOG? il tuo. tirati su, stiamo passando in tanti quello che passi te. Ti ringrazio perchè stasera mi hai fatto pensare a tante cose, compreso il mio passato non troppo fitto di ricordi ma comunque piacevole da risfogliare.
Spero di vederti presto... un baciuz, Perla.

Clo' ha detto...

Sono sostanzialmente d'accordo col punto di vista di Chiara, anche se in alcuni momenti la speranza vacilla, non tanto per il migliorare se stessi, quanto più per il migliorare ciò che ci sta intorno...
Ho invece sorriso leggendo quanto ha scritto Perla: mi hai regalato davvero un sorriso sincero, perchè rivedo me stessa qualche anno fa :) Quello che inizio a domandarmi ora è se per affrontare la vita ci sia da lottare o semplicemente lasciarsi trasportare dalla corrente per non finire annegati... oh come si stava al sicuro su quella collina! Mh, alla fin fine, però, non sono il tipo da farsi trainare troppo ;)

Anonimo ha detto...

sara' quello che ho studiato, sara' che ormai sono perfettamente inserito nel precariato sottopagato, ma quello di cui mi sono accorto e' che forse ormai sono forse troppo stanco per affrontare certi discorsi... il bello di quando si e' bimbi e' che la preoccupazione principale e' la persona con cui si e' usciti la sera prima, perche' di un quattro sul registro non ce ne fregavamo poi tanto, la politica era ancora una cosa bella e a cui puoi partecipare e si era sicuri che andando a una manifestazione puoi dare una spinta verso un mondo migliore, si leggeva mattoni impressionanti senza addormentarsi perche' cazzo erano belli per davvero, e non piacevolmente leggibili sul cesso come danbrown, e si aveva tutto il tempo per pensare con calma frenetica ai massimi sistemi, a un dio che esiste o meno, al comunismo idealista e a fidelcastro... poi arrivi a un certo punto in cui devi andare a fare la spesa, e pagare le bollette, torni a casa dal lavoro che e' gia' buio, e la mattina esci che il sole e' appena sorto per infilarti in macchina in coda con altre persone prese dai tuoi stessi pensieri... e magari quando vedi i tuoi amici vuoi avere qualche svago, vuoi poter parlare di qualcosa che non smuove troppi neuroni, perche' le energie mentali al venerdi' sono quasi esaurite, e i discorsi sulla logica aristotelica applicata alla masturbazione sono magari un po' troppo faticosi..
forse e' un effetto collaterale dell'invecchiare, ma magari quei vecchi discorsi divengono piu' dedicati all'introspezione, ai momenti in cui si e' soli in una casa silenziosa con un bicchiere di vino e una sigaretta in mano, a fissare il soffitto.. si possono tenere per se', o se si ha la fortuna di avere un'amica che te le sbatte su internet si puo' tornare a parlarne... che' forse e' solo pigrizia, e non si e' mai troppo vecchi...

Anonimo ha detto...

cazzo di completamento automatico, mi ha smascherato in piena!!

Anonimo ha detto...

Carissima clo',
innanzi tutto complimenti per il blog lo trovo davvero bello ed interessante (lo prova il fatto che pur avendo ancora un modem 64 kg, nel senso che ho bisogno di spalare nel mio computer 64 kg di carbone per collegarmi ad internet, lo faccio ben volentieri pur di leggerti). Se poi riesci addirittura a farmi lasciare un commento, sai bene quanta fatica mi costi scrivere, significa davvero che il prodotto ha raggiunto lo scopo: stimolare il mio mononeuroncino stanco.
Ma bando ai complimenti gratuiti, resti pur sempre il mio master, e veniamo al mio modestissimo pensiero:
Non nego che rispetto a qualche anno orsono sono cambiate molte cose... A quei tempi essere dei moderni don chisciotte pronti a gettarsi lancia in resta contro i mulini a vento; o essere pronti a vivere in una botte come Archimede, solo che nel nostro caso la botte era piena di alcool, per provare le nostre convinzioni; o, come nel mio caso specifico , essere una versione striminzita del lupodellasteppa era visto come una continua sfida verso il mondo e, allo stesso tempo, come un'immensa fortuna... Oggi invece. almeno per quanto mi riguarda, le cose sono molto diverse. Quelle sensazioni si sono un po’ appannate e quando riemergono, perché don chisciotte, archimede e lupodellasteppa lo sono ancora adesso, le vivo più come una sfiga... Non tanto perché quei pensieri e quegli ideali non mi appartengono più, ma piuttosto perché l'amara realtà, e l'esperienza spesso devastante che di essa ho avuto, ha cambiato le mie prospettive. Una volta si lottava per cambiare il mondo, lancia in resta appunto, oggi, la maggior parte delle volte almeno, si deve solamente lottare affinché il mondo non cambi noi, siamo passati dalla lancia allo scudo, perché questa realtà prova ogni giorno a corroderti ed a corromperti, e più il tempo passa più la lotta è difficile... In sostanza tutti quegli ideali e quei ragionamenti mi e ci appartengonoancora e lo prova il fatto che hai creato questo blog e che con esso hai (ri)stimolato i mononeuroni di quelli che ti commentano, ma magari lo si fa e lo si esterna in modo diverso (sono d'accordo in altre parole con la "teoria intospettiva" di stefano). Forse questo si chiama invecchiare o crescere o maturare non lo so... Penso però che se rispolveriamo la vecchia lancia ed impariamo ad usarla insieme allo scudo qualche cosa, forse, si può ancora fare...
P.S. Dubbio quasi amletico ma era proprio Archimede quello che viveva nella botte? Bo, come disse uno famoso "se sbaglio mi corrigerete"...
un beso Lupodellasteppa

Clo' ha detto...

Oh caspita... l'immagine di lancia e scudo mi piace proprio... Dovrò solo imparare a non confondere le cose e magari evitare di difendermi con la lancia e attaccare con lo scudo (ultimamente ne sto uscendo molto a pezzetti ad esser sincera)...
Sono sempre più convinta che dovremmo provare tutti a ricominciare... stiamo davvero diventando dei vecchiacci rincoglioniti! :P (Alf fatti vedere ogni tanto accidenti a te!)