domenica 1 aprile 2007

Quasi per scherzo, quasi per gioco

Lo so, non ha senso, ma nulla di ciò che mi passa per la mente di recente ha senso. I pensieri vagano e rimbalzano come palline da flipper in ogni angolo recondito della mia testolina, colpendo un po' a casaccio gli archivi dei ricordi e facendo uscire cose che, come sempre, credevo sepolte da secoli.
Oggi è il 1° aprile. E allora? Giorno di scherzi, giorno di risate, giorno di pesci attaccati sulla schiena ai prof... No, non pensavo a questo; a me ricorda mia nonna. Sarà perchè era il giorno del suo compleanno e quando ero piccola mi diceva sempre d'esser nata per scherzo, di essere un pesce d'aprile... Basta un attimo e i pensieri corrono veloci anche al volto del nonno. E' morto 20 anni fa, ma ancora mi manca tantissimo; ho passato con lui gran parte della mia infanzia, per quanto io sappia ero sempre con lui. Ricordo ancora il tono della sua voce nel chiamarmi "la mia bambolina", l'odore del suo dopobarba misto tabacco, il suo insegnarmi a pattinare, a giocare a carte, a seguire il calcio in TV ("Guarda, bambolina, quella in rosso è la Triestina!" ... e io che non capivo, cercando tra quegli 11 cretini in rosso una che fosse una ragazza...), il suo insegnarmi a vivere. E mentre giocavo e ridevo, come se nulla di brutto potesse succedere nella mia vita, nonna stava in cucina, a preparare qualsiasi cosa mi piacesse mangiare e a sbucciarmi addirittura gli acini d'uva. Mi hanno viziato moltissimo, mi volevano bene, un mondo di bene.
Quasi per gioco da bambina dicevo "quando la casa sarà mia cambierò questo questo e questo...", senza rendermi conto del significato delle mie parole. Ora ho esattamente quello che dicevo di volere, eppure non ci penserei un attimo a perdere tutto per riavere i miei nonni. Già, è ovvio, un'altra banalità, un altro po' di populismo, di lacrimucce all'italiana su questo inutile blog, ma avevo bisogno di scriverlo. Sono due persone a cui tenevo moltissimo e che non ci sono più. Una perdita che mi ha fatto sentire un po' più sola.
Altro flusso di coscienza, altra solitudine. Quasi per scherzo e sicuramente per gioco è nata l'amicizia con una persona che forse è meno ovvio che mi manchi così tanto. Già ho scritto a riguardo, anche se è come se non l'avessi fatto. Sono troppo riduttive le parole per esprimere un sentimento come questo e mi sento troppo presuntuosa a sentire una specie di "sindrome d'abbandono" quando ritengo ci sia chi ha molto più diritto di me a star male per la perdita di Andrea. E per il momento ancora non sono in grado di dire altro a riguardo.
Mi rendo conto dell'insensatezza degli ultimi post, ma del resto ho creato questo blog per vomitarci tutto quello che mi passa per la testa, per lasciarmi una traccia nel futuro di uno strampalato percorso. E fortuna che filtro almeno tre quarti delle cazzate che altrimenti ci scriverei.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Mi riesce ancora inconcepibile l'affetto di un nonno.
Da parte del mio, trovo fortememnte scorretto che se ne sia andato senza darmi la possibilita` di rendergli consapevolmente anche solo una stilla di cio` che mi ha dato.

Ora pero` non ho piu` scuse.