domenica 14 maggio 2006

L'ultimo viaggio

E' da sola, in disparte, in quel freddo pomeriggio d'inizio autunno; attorno a lei gli alberi sono sferzati dal forte vento, ma a quelle poche persone con le facce scure là in piedi sembra non importare. Non vuole realmente trovarsi lì, ma ha sempre promesso a se stessa che non avrebbe mancato quell'appuntamento se mai ne avesse avuta l'occasione. Ora sono troppi i ricordi che le affollano la mente, non riesce a non pensare...

...Lo sguardo della ragazzina mora che le sedeva di fronte non permetteva repliche e d'altro canto lei non aveva nessuna intenzione di aggiungere alcunchè. Si alzò di scatto dalla sedia, trattenendo a stento le lacrime e si diresse verso la porta. "Non mi fiderò mai più così di qualcuno!" pensava la bambina.
"Oh sì che lo farai, tesoro... E ti capiterà ancora, e poi ancora e ancora di ripetere questa frase...."

Il gruppo di persone pian piano avanza lungo il viale alberato, alcuni si stringono nei cappotti maledicendo il freddo innaturale per la stagione. Lei sembra tentennare, poi comincia a seguirli a passo lento.

...Reggeva tra le mani una lettera stropicciata e le lacrime scendevano copiose a bagnare la già martoriata carta. La triste melodia che si diffondeva nell'aria cessò quasi improvvisamente e lei cominciò a singhiozzare più forte. "Non mi innamorerò mai più in questo modo!" pensava la ragazza.
"Succederà di nuovo e più di una volta... Ogni volta sembrerà l'ultima e ogni volta sarà più dura, bambina..."

La comitiva raggiunge il luogo designato, due persone parlano sommessamente tra loro attendendo l'arrivo degli altri. Lei si avvicina ad un albero e si appoggia alla gelida corteccia.

..."Il fumo uccide"... Lo sapeva benissimo, ma non poteva essere proprio quella sigaretta a decretare la sua sorte. Fissava il bicchiere mezzo vuoto davanti a lei invidiando chi l'avrebbe definito mezzo pieno: tutto si esaurisce prima o poi, la sigaretta, il whisky, la vita. Neppure lei conosceva il motivo per cui si trovava sveglia, nel cuore della notte, a sorseggiare un liquore filosofeggiando sul significato dell'esistenza. "Non ha senso, nulla ha senso qui! E' solo una perdita di tempo!" pensava la giovane donna.


"Forse non lo era... Ormai è troppo tardi..." Lei rivolge un ultimo sguardo alle persone radunate qualche decina di metri più avanti, vede qualcuno che piange, ma sembra non interessarle più; si volta e ripercorre il viale alberato nel suo leggero vestito di seta bianca, sfiorando appena la ghiaia del selciato.
"Sono sempre stata curiosa di scoprire chi sarebbe stato presente al mio funerale. Ora sarei curiosa di sapere come sarebbe continuata la mia vita, se solo... Ormai è troppo tardi..."

Questo l'ho scritto a novembre del 2004... Non so perchè ma mi è venuta voglia di pubblicarlo, oggi.

4 commenti:

Dalamar ha detto...

...e smetti de fumare...

Anonimo ha detto...

....e di bere...




nooooo..... impossibile...... con chi bevo poi io......

Clo' ha detto...

Sigh mi sento un sacco in colpa... scusa Ste' per il paccone di domenica sera, avevo perso la nozione del tempo e quando ti ho cercato non ti ho trovato su skype... Per farmi perdonare cerco di comprare alcool per venerdì sera dai...

Marco Felice ha detto...

Prova a unire i pezzi, ne puo' uscire qualcosa di buono....:-)
Non sono un critico, non sono un letterato (anzi molti affermano che io sia un illetterato), non sono un buon lettore (leggo pianissimo e pochi libri) pero' non mi dispaiceva...
Forse in alcuni punti leggermente melodrammatico (o lirico se preferite il termine) ma tiene la tensione e fa desiderare al lettore di andare avanti. In piu' ti rende partecipe delle emozioni della protagonista.
BRAVA!!!