giovedì 7 dicembre 2006

Scrivere

Da piccola ho sempre voluto scrivere. Ho imparato prestissimo, se non altro rispetto ai miei amici. Ho sempre sognato di riuscire a scrivere un libro, ho cominciato tante volte e non sono mai andata oltre al primo capitolo. Ho una directory strapiena di "inizi di romanzi" sul mio pc. Tutta roba da buttare. Per me scrivere è sempre stato uno sfogo e generalmente funzionava. Già perchè da qualche tempo non sono più capace neppure di sfogarmi così. Certo, potrei continuare a fare post "a ruota libera" come il precedente, ma a che pro? No, non sono il tipo da scrivere cosa ho fatto oggi, a chi gliene può fregare qualcosa... Mi è sempre piaciuto scrivere di me in maniera più astratta, forse perchè non mi piace troppo ritrarmi nella mia vita di tutti i giorni, monotona, banale, ripetitiva.
Un paio di "racconti brevi" li ho pubblicati qui sul blog, altri preferisco tenerli per me e pochi intimi. Fino a qualche anno fa scrivevo in versi e quando mi sento come... come adesso, mi piace rileggere quelle parole probabilmente senza senso. E' come se ogni volta risvegliassero qualcosa di sopito, sento attorcigliarsi i visceri quando rileggo "la stessa corda", come la chiamo io. Per quanto possa sentirmi cambiata, sono sempre io, sempre quella che scriveva versi sconnessi che ancora mi fanno riprovare le stesse sensazioni. Posso prendere le distanze dalla forma, ma mai dal contenuto.
Il contenuto con cui sono in risonanza oggi è stato scritto nel novembre del 2004:

Tempesta

Un fiume in piena
mi ha travolta un tempo,
sono sopravvissuta per scherzo,
ho continuato ad arrancare per caso.
Quando credevo d'aver trovato pace
ecco sopraggiungere un uragano!
Sono totalmente in sua balìa,
cozzo contro pareti spesse,
precipito tumefatta,
ma piano mi rialzo.
Ancora acqua impetuosa,
di nuovo vento assassino...
Una piccola figura lontana:
minuscola, insignificante polvere
spazzata in un istante
che le sembra infinito.

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